AMBIENTE CUCINA INTERVISTA IL NOSTRO PRESIDENTE CALZAVARA: «GUARDARE AVANTI»
Presidente di Federmobili dal luglio 2022, Stefano Calzavara commenta l’evoluzione delle attività dell’associazione e del mercato
Partiamo dal mercato. Qual è il bilancio del 2024?
Parlando di distribuzione indipendente, la previsione di chiusura per il mercato interno evidenzia un calo che potrebbe assestarsi intorno al 10%. Per capire statisticamente le numeriche, e per avere conferme sull’andamento, abbiamo lanciato un Osservatorio che ha coinvolto i nostri associati e da cui emergono dati su fatturato, addetti, trend e posizionamento. Posso anticipare che la criticità più importante riguarda proprio il comparto cucine che storicamente genera tra il 30 e il 40% del fatturato.
Quali sono le principali ragioni del rallentamento in atto nella vendita delle cucine?
Sono diverse le dinamiche, ma la più importante è la crescita esponenziale dei negozi monomarca. Un fenomeno che penalizza il negozio generalista. Si rischia che una realtà indipendente non venga più recepita come struttura specializzata nel comparto cucina: per chiarire, la posizione di Federmobili non vuole essere a favore o a sfavore di scelte imprenditoriali in merito ai monomarca, piuttosto è nostro interesse analizzarle ed evidenziarne pregi e difetti. Il tema è caldo e ne vogliamo discutere con tutta la filiera, compresa l’industria. Stiamo anche assistendo a un prevedibile calo del settore edile e sappiamo come questo abbia delle ricadute anche nel settore dell’arredo in generale. L’altro fronte che sta minacciando l’attività dei nostri associati è l’ascesa del comparto “real estate” che ad oggi, in Italia, è gestito spesso direttamente dalla produzione, la quale talvolta fa ricadere nell’ambito contract anche commesse per poche unità abitative. Se lo si affrontasse insieme in modo professionale, potrebbe rappresentare un’opportunità per la distribuzione e un valore aggiunto per la produzione e la committenza.
Quali sono le priorità evidenziate da Federmobili?
Siamo impegnati su tanti fronti, il più urgente è legato al rinnovo del bonus mobili. Abbiamo intavolato un fitto dialogo con il Governo e condividiamo questa priorità con Federlegno. L’obiettivo è stato in parte raggiunto, ottenendo nella bozza della legge di bilancio 2025 la conferma dell’impianto del bonus mobili per i proprietari di prima casa che faranno lavori di manutenzione straordinaria nel 2025, per un valore massimo di 5.000 euro. Proveremo a portare l’importo massimo detraibile almeno ad 8.000 euro. Sul lungo periodo stiamo lavorando per un traguardo più ambizioso che preveda per la prima casa una formula agevolata di tassazione Iva per gli arredi considerati strutturali dell’edificio, compresa la cucina ovviamente. Sappiamo che in Francia è già applicata l’Iva agevolata su parte degli arredi strutturali e questo ci fa ben sperare anche per l’Italia. I tempi di attuazione potrebbero essere maturi per la legge di Bilancio 2026.
Quali sono gli altri obiettivi che condividete con Federlegno?
Abbiamo iniziato un dialogo proficuo con Federlegno anche grazie alla nostra partecipazione al Salone del Mobile di quest’anno. Una presenza istituzionale che è stata un momento di incontro con i
nostri associati e che ha ribadito l’importanza di Federmobili nella filiera. Oltre al lavoro condiviso sul bonus mobili, stiamo valutando insieme come entrare a far parte di Re-design, il consorzio EPR che dovrebbe essere operativo su tutto il territorio nazionale, per garantire il recupero e il riciclo di rifiuti nel settore arredo, nonché il riutilizzo di mobili. Si aprirebbe un nuovo capitolo anche per le nostre imprese che potrebbero entrare con la necessaria competenza nel mercato del riuso di valore.
Nel 2024 avete lanciato una attività di formazione.
L’attività dell’Academy di Federmobili è stata molto ben accolta dai nostri associati e tutti i corsi sono stati partecipati. Per il 2025, lanceremo a gennaio un questionario per capire quali siano le tematiche più sentite da affrontare ma sappiamo già che uno degli argomenti sarà l’applicazione dell’AI come è emerso anche nella recente conferenza di sistema organizzato da Confcommercio. L’AI può diventare una grande opportunità per gestire tutti i dati che siamo in grado di intercettare con la nostra attività, con l’obiettivo di migliorarla.
Sempre nel 2024 avete messo a punto un corso per montatori.
Siamo ancora in una fase di test e stiamo dialogando con alcuni partner per la messa a terra del corso. Si spazia dalla conoscenza tecnica, sui nuovi materiali o sistemi di fissaggio ad esempio, a quella comportamentale per capire come si debba approcciare il cliente. L’obiettivo è ambizioso e contiamo di poterci avvalere anche del sostegno del fondo For.Te, istituito per la formazione professionale. Nel frattempo abbiamo avviato la fase di test . Oltre al corso di aggiornamento per coloro che già esercitano questa professione, puntiamo anche a costruire una collaborazione continuativa con i CFP, Centri di Formazione Professionale, rivolgendoci ai giovani che possono diventare in futuro dei montatori competenti. Una figura che svolge un ruolo importante in quella catena del valore che vogliamo tutelare.
A proposito di valore, qual è oggi il ruolo del punto vendita?
Capacità progettuali e consulenza sono le parole chiave che indicano un cammino da cui oggi è difficile prescindere. Questo può significare che non sarà più necessario gestire grandi superfici di esposizione e che si debbano intercettare aziende, non necessariamente brandizzate, con una struttura produttiva che mantenga elevati i caratteri artigianali, ovvero la capacità di lavorare su misura. Un prodotto sartoriale che però non deve essere solo associato all’idea del lusso, perché esiste un grande spazio per la domanda di personalizzazione anche per un mercato più ampio.
Sono altrettanto certo che la formula monomarca si estenderà e coinvolgerà altri settori della casa. Sicuramente chi conduce un negozio monomarca rischia di incidere sempre meno nella filiera del valore e di essere legato in modo imprescindibile con i mono brand che promuove, nel bene e nel male.
Altri temi chiave per il futuro?
La trasparenza è un valore fondamentale, i cui principi hanno portato anche alla definizione del contratto etico che ogni nostro associato è tenuto a sottoscrivere, ma oggi è un tema guida che deve coinvolgere tutta la filiera, anche i nuovi soggetti che stanno operando sul mercato. Trasparenza nei rapporti con la produzione e chiarezza nella comunicazione con il consumatore, anche quando si parla di prezzi, sconti e di sostenibilità. Su questo tema, avvertiamo una sensibilità non del tutto matura ed è per questo che ci dobbiamo impegnare su un fronte che a livello europeo ha già prodotto normative stringenti su cui dovremmo necessariamente confrontarci.